I cittadini della Russia, dopo l’annuncio di Putin sulla mobilitazione, cercano disperatamente una via di fuga dalla nazione.
C’è chi fa le file interminabili alla frontiera e chi cerca di fuggire via dalla Russia in monopattino. I russi non vogliono andare al fronte per combattere ma scappare da questa possibilità sembra davvero difficile. Dopo il discorso alla nazione di Putin, paura e terrore fra i cittadini che non voglio andare a morire in guerra per il presidente. Tra loro, le storie di due ragazzi che cercano di sottrarsi alla mobilitazione.
Abitanti in fuga
Gia da quando è stato annunciato l’imminente discorso alla nazione del presidente russo Vladimir Putin, i primi tentativi di fuga hanno avuto inizio da parte dei russi. Come si prevedeva, il discorso ha emanato la volontà di una mobilitazione militare parziale da parte della Russia. L’allarmismo suscitato fra la popolazione ha spinto una rapida corsa verso l’aereoporto.
In poche ore dalle parole di Putin, sono terminati quasi tutti i biglietti per i voli da Mosca a Istanbul, Yerevan e Baku. Anche Aleksandr, il ventinovenne di San Pietroburgo, ha subito iniziato a cercare biglietti aerei per la Turchia e l’Armenia, ma ormai la maggior parte dei voli erano esauriti e quelli rimanenti costavano migliaia di dollari.
Non sapendo come meglio agire in quel caso, il ragazzo ha deciso di comprare un volo interno per Ekaterinburg, sui monti Urali. Da lì un passaggio in macchina lo ha portato al confine con il Kazakhstan. Ma lì si erano già formate lunghe file di uomini in fuga, per cui ha dovuto aspettare dieci ore prima di passare il confine. Aleksandr, dopo interminabili ore, riesce a raggiungere Kostanay, la prima città kazaka dopo il confine.
La città però adesso è invasa dai russi che scappano come lui dalla mobilitazione. Aleksandr desidera quindi arrivare ad Astana dove verrà raggiunto dalla moglie Veronika e dal figlio di un anno, Mark. Il ragazzo prevede di alloggiare lì per tre mesi, il futuro per adesso è imprevedibile. “Sono triste perché lascio la mia famiglia e i miei genitori anziani, perché non so quando potrò tornare. Mia nonna è già molto vecchia, non so se la rivedrò ancora”, racconta.
Circa 70 mila russi scappano via, o cercano di farlo, per sottrarsi alla mobilitazione di una nazione che vive nella onnipresente propaganda bellicista. Fuggire però diventa sempre più difficile a causa delle frontiere che vengono chiuse: la prossima sarà la Finlandia.
Chi non riesce a partire per via aerea, decide di far perdere le sue tracce. Come Pavel, programmatore di 31 anni che, troppo legato alla sua terra, ha deciso di rifugiarsi nella sua dacia in mezzo ai boschi anziché partire. Il ragazzo eviterà i trasporti pubblici perché “alla stazione dei treni ho già visto che fermavano persone e le portavano via per interrogarle”.